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CERIPNEWS
PRIMO PIANO XVIII-30/04/2019-06:00 |
In attesa di
una vera e giusta "concretezza" |
Le OO.SS. Scuola
attaccano il governo Conte |
Da DirigentiNews della Cisl Scuola
n. 16 del 29 aprile 2019
“”” Dalla teocrazia alla
sorveglianza tecnologica, dall’occhio di Dio a quello della telecamera, è
segno dei tempi che nell’attività legislativa del Governo e del Parlamento il
controllo a distanza delle istituzioni scolastiche divenga così concreto
da farsi pervasivo per legge, non un mezzo utilizzato in situazioni eccezionali
e non altrimenti gestibili di ordine pubblico e di sicurezza ma ordinario e così
capillare come si è sino ad ora previsto per ben altro tipo di istituzioni.
Telecamere in classe nelle scuole dell’infanzia e telecamere agli accessi degli
istituti, telecamere all’esterno delle pertinenze scolastiche anche mediante i
finanziamenti per scuole sicure (ma non nel senso della sicurezza delle
strutture edilizie), il Governo sembra essere ossessionato dal tema del
controllo delle istituzioni formative che si fa anche direttamente ed
esplicitamente politico nell’adesione alla proposta di alcune Regioni di poter
procedere alla individuazione dei dirigenti scolastici ad opera dell’autorità di
governo regionale. La dirigenza scolastica sembra essere assimilata ad una
dirigenza di natura puramente amministrativa per di più strettamente subordinata
alla politica, senza che se ne colga la specificità e anche la gravosità delle
responsabilità affidate. Per i dirigenti scolastici, la “sede” di lavoro è
distribuita in una molteplicità di plessi e sedi distaccate e coordinate, anche
appartenenti a Comuni diversi, e l’esercizio del ruolo comporta rapporti con
strutture dell’amministrazione periferica (regionali) e con diversi soggetti
politici ed amministrativi territoriali, oltre alla gestione mediamente di
unità autonome di oltre 150 dipendenti. La funzione dirigenziale nelle
Istituzioni scolastiche si esplica in un insieme di relazioni di notevole
complessità, anche geograficamente articolate, e con peculiarità e tipicità
delle quali una caratteristica democratica irrinunciabile è l’indipendenza da
vincoli e pressioni di natura politica, proprio per il mandato che la
Costituzione affida all’istruzione. D’altra parte, mentre il Governo si affanna
a prevedere strumenti di controllo biometrico sulla dirigenza e non esita ad
aumentare il carico di lavoro sulle istituzioni scolastiche (da passweb alla
manutenzione delle scuole, avverso la quale abbiamo presentato ricorso), ancora
non è stata certificata l’ipotesi di CCNL stipulata il 13 dicembre scorso e
anche la certificazione del FUN è ferma all’a.s. 2016/2017. Su questo ultimo
fronte permane un inquietante silenzio, nonostante le ripetute richieste di
informativa presentate dalle Organizzazioni sindacali.
L’assenza di dialogo e il rifiuto persino di ascoltare le ragioni della
dirigenza scolastica, hanno spinto nei giorni scorsi la Federazione CISL Scuola,
Università e Ricerca, insieme a Flc CGIL, UIL Scuola RUA e SNALS Confsal, ad
avviare una prima ed immediata azione di protesta lanciando l’hashtag #iocisono,
invitando tutti i dirigenti scolastici ad inviare l’immagine di un’impronta
digitale via twitter ai Presidenti della Commissione 7° e 11° del Senato, @mariopittoni
e @CatalfoNunzia e infine @bussetti_marco. Coloro che non usano
Twitter possono inviare una mail a statodiagitazione.cislscuola@gmail.com
autorizzando a trasmettere i messaggi di protesta agli indirizzi prima citati.
Questa azione ha lo scopo di sensibilizzare coloro che saranno coinvolti al
Senato nella discussione del decreto concretezza e la Cisl scuola rinnova a
tutti l’invito a partecipare in modo massiccio. La mancanza di partecipazione
potrebbe essere infatti interpretata persino come una mancanza di interesse
sulla questione. Quando sarà nota la calendarizzazione dei lavori, la nostra
organizzazione valuterà anche la possibilità di avviare un Presidio nei pressi
della sede del Senato.
A questa prima azione, è seguita l’indizione dello stato di agitazione dei
dirigenti scolastici. È stata inviata agli organismi competenti la
richiesta di svolgimento del tentativo di
conciliazione in vista di una possibile
proclamazione dello sciopero della dirigenza scolastica nella giornata del 17
maggio 2019, nella quale era già previsto lo sciopero di tutto il restante
personale della scuola.
A seguito della costante pressione esercitata, anche in relazione alle
problematiche che affliggono l’intero settore istruzione, le organizzazioni
sindacali del comparto sono state infine convocate, come è noto, dalla
Presidenza del Consiglio dei Ministri e all’alba del 24 aprile è stata conclusa
un’intesa che sembra riaprire una possibilità di dialogo. Nell’intesa infatti
sono richiamati anche i dirigenti scolastici, per i quali si prevede il pieno
riconoscimento del ruolo e delle connesse responsabilità. Uno dei tavoli dei
quali si è convenuta l’attivazione dovrà pertanto essere dedicato specificamente
alle principali criticità denunciate in occasione della indizione dello stato di
agitazione della dirigenza.
Mentre rimangono attive tutte le azioni di protesta per quanto previsto nel
decreto concretezza che non è stato oggetto dell’Intesa, siamo dunque in
attesa che il Miur convochi un incontro per esaminare le problematiche della
dirigenza. Nella prospettiva che dalle buone intenzioni si passi ai fatti, le
azioni di sciopero sono state al momento sospese ma riprenderemo con estrema
decisione la nostra protesta qualora non vi fosse una tempestiva convocazione e
non fossero poste in discussione soluzioni concrete (queste sì) alle
questioni oggetto dello stato di agitazione.
“”” |
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PRIMO PIANO XVIII-27/04/2019-06:00 |
Soldi ai docenti? Solo con la finanziaria 2020 |
Gli impegni assunti dal ministro Bussetti |
Solo con la legge finanziaria del 2020 saranno quantificate le risorse per la
scuola garantite nell’incontro che s è tenuto a Palazzo Chigi tra i sindacati e
il governo e che ha portato alla revoca dello sciopero indetto per il 17 maggio.
L’obiettivo, ha affermato il ministro Bussetti, è quello che avvicinarci a una
media europea e per quanto riguarda i precari ha previsto una serie di azioni
tese alla stabilizzazione di questi docenti. Si fa riferimento a coloro che
hanno già svolto più di 36 mesi di supplenza: tra concorso straordinario e
concorso ordinario – ha concluso – metteremo in ruolo circa 27mila docenti e poi
altri 48mila per quanto riguarda la scuola secondaria. |
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PRIMO PIANO XVIII-26/04/2019-06:00 |
A Palazzo Chigi
firmata un’intesa per il rilancio dei settori della conoscenza |
Sospeso lo
sciopero del 17 maggio, prosegue la raccolta firme contro la
regionalizzazione |
I segretari generali delle organizzazioni sindacali
maggiormente rappresentative del comparto istruzione e ricerca (Flc- Cgil, Cisl
Fsur, Federazione Uil Scuola Rua , Snals Confsal, Gilda-Unams) hanno
sottoscritto un’intesa con il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe
Conte, e con il Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti.
Per quanto riguarda il rinnovo del CCNL, il governo si è impegnato a stanziare
risorse per il triennio 2019-2021 per recuperare la perdita del potere
d’acquisto degli stipendi dell’intero comparto. Entro il triennio di vigenza
contrattuale saranno inoltre reperite ulteriori risorse destinate al personale
della scuola per allineare gradualmente gli stipendi alla media di quelli degli
altri Paesi europei.
Sul versante del contrasto alla precarietà, il governo si impegna ad attivare un
piano di stabilizzazione del personale non di ruolo, con particolare attenzione
ai docenti precari con tre anni di servizio, riconoscendone l’esperienza in tal
modo maturata all’interno di un percorso riservato finalizzato alla immissione
in ruolo, la cui definizione che sarà oggetto di discussione in sede di
confronto tecnico. Un significativo passaggio dell’intesa riguarda la
valorizzazione del personale ATA attraverso il riavvio della mobilità
professionale a partire dagli assistenti amministrativi facenti funzione di DSGA.
Per i dirigenti scolastici, di cui l’intesa prevede il pieno riconoscimento del
ruolo e delle connesse responsabilità, si conviene l’attivazione di un tavolo
specifico che affronti le principali criticità denunciate in occasione della
indizione dello sciopero.
Su tutte le questioni poste si è riscontrata la possibilità di una proficua
riapertura del confronto con il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca;
a tal fine si è convenuto di attivare immediatamente tavoli tecnici di confronto
attraverso i quali dare piena attuazione ai contenuti dell’intesa politica.
Lo sciopero del 17 maggio 2019 è pertanto sospeso, mentre sono confermate tutte
le attività di raccolta delle firme a contrasto dei progetti di
regionalizzazione del sistema dell’istruzione. |
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PRIMO PIANO XVIII-24/04/2019-06:00 |
Crollo degli stipendi per i prof |
Mille euro in meno in un anno |
Un professore oggi guadagna mediamente mille euro in meno all’anno rispetto al
2008. A distanza di dieci anni, infatti, gli stipendi dei docenti della scuola
italiana sono diminuiti così come è in netto calo la spesa complessiva per il
personale scolastico.
Il tema della retribuzione per i sindacati è infuocato visto che vede gli
stipendi degli insegnanti italiani non solo tra i più bassi d’Europa ma anche in
netto e inesorabile calo da anni ormai.
Analizzando i dati pubblicati recentemente dal Mef per il Conto annuale si
evidenzia come la spesa statale destinata al personale docente ed Ata nel 2017 è
addirittura molto ad di sotto rispetto a quella impegnata nel 2008: ben 4
miliardi di euro in meno. Dieci anni fa infatti era di 46.492 milioni di euro
mentre nel 2017 è stata di 42.302 milioni. |
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CERIPNEWS PRIMO
PIANO XVIII-19/04/2019-06:00 |
Allarme Istat: sempre più ragazzi lasciano gli studi,
sono 1 su 7 |
L’Italia è ancora
agli ultimi posti in Europa per numero di laureati, tasso di abbandono
scolastico e competenze |
L’Italia è ancora agli ultimi posti in Europa per numero di laureati, tasso di
abbandono scolastico e competenze. Lo afferma l’Istat nel rapporto Sdgs (Sustainable
Development Goals. ovvero gli obiettivi di sviluppo sostenibile) per il 2019,
sottolineando che il 14,5% dei ragazzi di 18-24 anni abbandona gli studi con al
più la licenza media nel 2018, pari a uno su sette.
L’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione , sottolinea l’Istat, è
aumentata negli ultimi due anni, tornando così ai livelli del 2015, e riguarda
soprattutto le regioni del Mezzogiorno e i maschi. Le competenze alfabetiche,
numeriche e per la lingua inglese sono molto basse per alcuni gruppi di
studenti. I ragazzi del terzo anno di scuola secondaria che non raggiungono la
sufficienza è del 34,3% per le competenze alfabetiche e del 40,1% per la
matematica. Solo il 27,9% dei giovani di 30-34 anni è laureato o ha un altro
titolo terziario, un livello molto inferiore alla media europea e superiore solo
a quello della Romania. [FONTE: Il Sole 24 Ore] |
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PRIMO PIANO XVIII-18/04/2019-06:00 |
La mobilitazione dei Dirigenti scolastici |
Proclamato stato di agitazione e richiesta di esperimento di tentativo
di conciliazione |
Anche per la dirigenza scolastica è tempo di mobilitazione. I Ds rivendicano
l'avvio del negoziato per il rinnovo contrattuale del triennio 2019-2021, mentre
ancora si attende la firma definitiva di quello del triennio precedente, da ben
quattro mesi all'esame degli organi di controllo. Nel frattempo sono ancora in
attesa di certificazione i fondi del FUN 2017/2018 e 2018/2019, ma procede il
cammino del disegno di legge "concretezza" che prevede inopinatamente il
controllo delle presenze a scuola con modalità di rilevazione biometrica. Una
norma assurda e irriguardosa, che i sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola
Rua e Snals Confsal chiedono di cancellare, escludendo tutto il personale della
scuola - non solo i docenti - da tali modalità di controllo.
PER LEGGERE E/O SCARICARE IL PDF:
2019-04-18-tentativo-conciliazione |
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CERIPNEWS PRIMO
PIANO XVIII-17/04/2019-06:00 |
Ddl concretezza, la protesta contro ulteriori
vessazioni a carico dei Dirigenti scolastici |
I comunicati di
Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Anp |
L’approvazione alla Camera del disegno di legge che prevede la rilevazione della
presenza in servizio dei dirigenti scolastici tramite telecamere, impronte
digitali o lettura dell’iride, è davvero l’ultima goccia che fa traboccare il
vaso.
Si tratta di una norma che viola le prerogative contrattuali e lo Statuto dei
lavoratori ed è inutilmente vessatoria nei confronti dei dirigenti scolastici
che in questi anni stanno assicurando il regolare funzionamento del servizio
nazionale di istruzione, nonostante il grave disagio professionale e personale
causato dell’enorme sovraccarico di lavoro divenuto ormai insopportabile.
L’attività delle istituzioni scolastiche non si svolge in un’unica sede
coincidente con quella del dirigente. Oggi i poco più di 6000 dirigenti
scolastici in servizio sovrintendono al funzionamento oltre 42.000 sedi
scolastiche, spesso in condizioni di sicurezza precarie e che necessitano di
urgenti lavori di manutenzione e ristrutturazione. È singolare che, in presenza
di una così grave emergenza che incide sulla sicurezza di milioni di cittadini,
si consideri una priorità la spesa per dotare ognuno di questi edifici di
rilevatori biometrici che controllino i movimenti giornalieri dei dirigenti
scolastici.
Lo sdegno dei dirigenti scolastici, implicitamente e incredibilmente additati
come assenteisti, non è più sopportabile e si aggiunge alla indignazione per la
lunga incredibile attesa per ottenere la certificazione dell’ipotesi del loro
contratto, firmata il 13 dicembre dello scorso anno. Sono trascorsi quattro mesi
senza che l’iter di certificazione abbia visto un termine e tutto ciò dopo ben
nove anni senza rinnovo contrattuale. Permane inoltre un silenzio assordante ed
estremamente inquietante sulla consistenza del FUN 2017/2018 e 2018/2019,
nonostante le pressanti richieste di informativa inoltrate nell’ultimo anno al
Miur e le anticipazioni mai formalizzate. Ancora una volta quindi il Ministro ed
il Governo stanno dimostrando di non tenere in debita considerazione le attese e
le preoccupazioni dei dirigenti scolastici e della comunità educante nel suo
insieme.
Come FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS Confsal, riteniamo che questa
situazione non possa protrarsi ulteriormente e chiamiamo tutti i dirigenti
scolastici alla mobilitazione generale in assenza di risposte concrete alle
nostre rivendicazioni.
Come prima ed immediata azione di protesta della categoria lanciamo l’hashtag #iocisono,
invitando tutti i dirigenti scolastici ad inviare l’immagine di un’impronta
digitale via twitter ai Presidenti della Commissione 7° e 11° del Senato, @mariopittoni
e @CatalfoNunzia e infine @bussetti_marco.
Preannunciamo inoltre ulteriori ampie iniziative di mobilitazione e di protesta,
tra le quali un Presidio al Senato nei giorni in cui si discuterà il disegno di
legge Concretezza e la proclamazione dello sciopero della dirigenza scolastica
nella giornata del 17 maggio 2019, in cui è già previsto lo sciopero che
coinvolgerà tutta la scuola. Lo sciopero del 17 maggio rappresenterà il momento
in cui emergerà con chiarezza che le giuste e sacrosante rivendicazioni della
dirigenza scolastica non sono in conflitto con quelle del restante personale
della scuola ma trovano la loro naturale espressione e composizione nelle attese
di tutta la comunità scolastica, unica garanzia del sistema nazionale di
istruzione.
I Coordinatori Nazionali per la Dirigenza Scolastica
Flc CGIL Roberta Fanfarillo
CISL Scuola Paola Serafin
UIL Scuola Rua Rosa Cirillo
SNALS Confsal Giovanni De Rosa
*******
Sul controllo dell’orario le considerazioni del presidente dell’ANP Antonello
Giannelli non sono da meno: “La quantità di tempo trascorso in ufficio non ha
alcun rilievo, tant’è vero che nessun contratto collettivo dirigenziale –
sottolineo né pubblico, né privato – prevede un orario di lavoro e quindi i
dirigenti non hanno alcun vincolo orario. A cosa potranno mai servire quei
controlli? Se non raggiunge i risultati previsti, il dirigente pubblico incorre
nella responsabilità dirigenziale prevista dall’articolo 21 del d.lgs. 165/2001
e rischia il licenziamento. L’obbligo di sottostare a controlli inutili è una
misura unicamente vessatoria”.
Infine, l’invito finale a due vice: “Quali miglioramenti Vi attendete se quella
disposizione sarà convertita in legge? In cosa migliorerà la Pubblica
Amministrazione? Sarà forse più vicina alle esigenze dei cittadini, con dei
dirigenti sviliti da forme di controllo superflue e irrilevanti? Vi chiedo
pertanto di compiere un vero gesto politico: fate emendare il testo in
discussione al Senato, eliminando quella misura inutilmente vessatoria nei
confronti dei dirigenti pubblici, fedeli servitori dello Stato”. |
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PIANO
XVIII-16/04/2019-06:00 |
Giovani italiani ancora senza lavoro |
In Europa peggio
di noi solo la Grecia |
La fascia più giovane della popolazione europea rappresenta il gruppo
maggiormente colpito dalla crisi occupazione e in Europa peggio di noi c’è solo
la Grecia. Il nostro Paese si piazza in penultima posizione pere percentuale di
occupati sulla popolazione tra i 20-29 anni (con il 42,7%) nel 2017 davanti solo
alla Grecia (42,2%) e dietro alla Spagna (51,4%). Sul polio Malta che il 78,5%
di giovani che lavorano davanti a Olanda (76,5%) e Regno Unito (76,5%). Lo
rileva il dossier di AGI/Openpolis su dati Eurostat sulla situazione del mercato
del lavoro nell’Ue e in Italia. |
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PRIMO PIANO XVIII-15/04/2019-06:00 |
Pensioni, s’impenna la spesa |
Balzo in avanti quest’anno con Quota 100, un salto di 8,6 miliardi |
Con arrivo di Quota 100 quest’anno la spesa per le pensioni farà un salto di 8,6
miliardi, per poi crescere al ritmo di quasi 10 miliardi fino al 2021 quando si
chiuderà la sperimentazione dell’anticipo pensionistico a 62 anni con 38 di
contributi per tutti. Solo nel 2022 arriverà una leggera frenata, ma il governo
ha già annunciato che introdurrà Quota 41, a sua volta onerosa. |
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PRIMO PIANO XVIII-12/04/2019-06:00 |
Progetto TreeLLLe sulla scuola |
La proposta: obbligo scolastico 3-14 anni |
Secondo l’associazione TreeeLLLe l’obbligo scolastico dovrebbe partire da 3 anni
e non andare oltre i 14. Una proposta controcorrente, dato che sono molte le
realtà che vorrebbero l’obbligo fino a 18 anni. A scuola non solo “lezioni”, ma
anche attività pomeridiane formative che vanno dal gioco, ad attività sportive,
artistiche, musicali, recupero e potenziamento. Chi si dovrà occupare delle ore
in più? Non gli insegnanti, ma gli educatori con contratto a tempo determinato
scelti direttamente dalle scuole. Sempre secondo l’Associazione, il numero
“ideale” di docenti sarebbe di 800mila, inclusi i precari con un ruolo di
insegnamento. Ciò permetterebbe di poterli pagare di più, ma con le dovute
differenziazioni in base alla loro valutazione. |
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PIANO XVIII-11/04/2019-06:00 |
Crolla la crescita, Def promette flat tax a ceti medi |
Saltano le
aliquote. Cantieri per rianimare Pil. Balza il deficit |
[ANSA] - Nessuna manovra correttiva e niente nuove tasse. E soprattutto nessun
aumento dell'Iva. Nonostante la crescita al lumicino e il debito schizzato
almeno di mezzo punto rispetto alle previsioni di appena tre mesi fa, il governo
si dice sicuro di rispettare ancora gli impegni presi con Bruxelles e punta
tutto su cantieri e riforma del fisco per rianimare il Pil. Il confronto tra le
due anime della maggioranza si concentra sulla Flat Tax e il testo, che entra
con l'indicazione di due aliquote al 15 e 20 per cento, esce senza riferimenti
numerici ma con la volontà che della riduzione fiscali benefici già con la
prossima manovra il ceto medio. Il Def, fa sapere Palazzo Chigi, certifica una
crescita per quest'anno di +0,2%, lontanissima dall'1,5% immaginato a settembre
e anche dall'1% fissato prima di Natale, e appesa alla spinta flebile (appena
uno 0,1%) dei decreti Crescita e Sblocca cantieri. Per vedere il debito scendere
sotto il 130% bisognerà attendere il 2022, mentre la disoccupazione è attesa
all'11% nel 2019 e all'11,1% l'anno prossimo. Il Tesoro sottolinea come il
quadro tracciato rappresenti un sentiero di crescita e inclusione programmato
rispettando i vincoli dell'Ue. |
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PRIMO PIANO XVIII-10/04/2019-06:00 |
Il mega-ponte di primavera |
Scuole chiuse più di 10 giorni |
Con le festività pasquali alle porte scatta il mega-ponte di primavera che
prevede lo stop delle lezioni per più di 10 giorni: da 18 al 29 aprile e
qualcuno torna direttamente il 2 maggio. In base ai calendari scolastici
regionali le scuole possono decidere di non rispettare alla lettera le date
programmate: per Pasqua generalmente gli istituti chiuderanno i battenti dal 18
al 23 aprile compresi; si dovrebbe tornare a scuola solo il 24 aprile per
fermarsi il 25 aprile per la Festa della Liberazione. Il ponte non questo caso è
assicurato, ma molte scuole non torneranno a scuola neppure il 26 aprile che è
venerdì. Riprenderanno direttamente lunedì 29 aprile, senza contare che dopo due
giorni arriva il 1à maggio, la Festa del lavoro e quindi scuole. Insomma non
sono pochi gli istituti che chiudono il battenti il 18 aprile per riaprire
direttamente il 2 maggio. Ragazzi felici, ma per i maturandi e per chi non sa a
chi lasciare i figli è un problema. |
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PRIMO PIANO XVIII-09/04/2019-06:00 |
Discriminata studentessa dislessica |
Vietato registrare le lezioni in classe |
I genitori di una studentessa con problemi di dislessia puntano il dito contro i
vertici del liceo Franchetti di Mestre in seguito alla bocciatura confermata
anche dopo la ripetizione degli scrutini disposta dal Consiglio di Stato, cui la
famiglia si era rivolta. Alla ragazza non sarebbe stato consentito di registrare
le lezioni in classe impedendole così di avere appunti aggiornati. La ragazza è
stata costretta a manoscrivere tutto il materiale offerto dai compagni ma a
quanto pare senza grossi risultati: è stata rinviata a settembre in due materie
e quindi bocciata. |
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PIANO XVIII-05/04/2019-06:00 |
Sindacati: senza un vero confronto sarà sciopero |
Sulle impronte
digitali è battaglia: escludere tutto il personale scolastico |
I sindacati della scuola restano sul piede di guerra e chiedono risposte
concrete al Miur su contratti, assunzioni e soprattutto stop all’ipotesi di
regionalizzazione del sistema, con un vero confronto con il Miur come
protagonista e non come soggetto relegato ad un ruolo marginale. Sul fronte del
contratto i sindacati chiedono risposte significative per contenere l’emergenza
salariale. Altro tema è l’emergenza precarietà e si chiede di stabilizzare
decine di migliaia di posti che non hanno nulla di provvisorio, essendo
indispensabili per l’ordinario svolgimento delle attività didattiche annuali.
Anche per gli ATA si chiedono di sbloccare le assunzioni. |
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CERIPNEWS PRIMO
PIANO XVIII-04/04/2019-06:00 |
Scuole insicure: oltre 250 crolli negli ultimi 6 anni,
dal 2001 sono 39 le vittime |
Rapporto di Save
the Children e di Cittadinanzattiva presentato alla Camera Denuncia Cisl
Scuola e Filca-Cisl:“Priorità irrinunciabile, il Governo intervenga”
|
In Italia più di 17 mila edifici scolastici si trovano in aree con una
pericolosità sismica alta o medio-alta. Quasi la metà delle scuole del Paese non
possiede certificati di abitabilità e solo il 53% ha quello di collaudo statico.
Dal 2013 si sono registrati oltre 250 crolli e dal 2001 l’insicurezza delle
scuole ha provocato 39 vittime tra gli studenti. I dati arrivano da un Rapporto
di Save the Children e di Cittadinanzattiva presentato alla Camera, dove le
associazioni chiedono che venga presentata e discussa dal Parlamento una
proposta di legge organica che completi e riordini tutta la normativa.
Il patrimonio edilizio scolastico italiano, spiega il Rapporto, è composto da
40.151 edifici attivi, di proprietà di Comuni, Province e Città metropolitane.
Oltre la metà – 22mila – è stata costruita prima del 1970. Solo il 53,2% degli
edifici possiede il certificato di collaudo statico, mentre il 53,8% non ha
quello di agibilità/abitabilità. Circa 4 milioni e mezzo di studenti tra i 6 e i
16 anni vivono in province totalmente o parzialmente rientranti in aree con una
pericolosità sismica alta o medio-alta, nelle quali si trovano 17.187 edifici
scolastici, pari al 43% del totale. Nell’anno scolastico 2017-2018 si è
registrato un record di crolli e distacchi di intonaco, ben 50 registrati dalla
stampa locale. Mentre dall’inizio dell’anno scolastico in corso la stampa
riporta 47 crolli, uno ogni 3 giorni. Oltre 250 crolli dal 2013 a oggi.
L’insicurezza delle scuole ha provocato, a partire dal 2001, 39 giovanissime
vittime. Tra loro, ricorda il Rapporto i 27 bambini della scuola “Francesco
Iovine” di San Giuliano di Puglia (Campobasso), che morirono il 31 ottobre 2002
durante il terremoto che colpì la Puglia e il Molise, e Vito Scafidi, morto il
22 novembre 2008 a seguito del crollo di un controsoffitto nel Liceo “Darwin” di
Rivoli (Torino).
Questi morti si potevano evitare secondo Cittadinanzattiva e Save the Children,
che nel Manifesto per una proposta di legge sulla sicurezza scolastica
presentato a Montecitorio chiedono il diritto di bambini, insegnanti e personale
non docente alla sicurezza scolastica, il diritto all’informazione (anche per le
famiglie), ma anche una «definizione chiara delle responsabilità delle
istituzioni competenti», il sostegno ai bambini e agli adolescenti coinvolti
nelle emergenze e la rappresentanza in giudizio e il patrocinio a spese dello
Stato. [FONTE: Alessia Tripodi Il Sole 24 Ore]
*****
L’ultimo crollo: soffitto giù alla media Buonarroti di Carrara
Cede un solaio, alunni tutti a casa per due giorni
L’ultimo crollo che registriamo è quello di un soffitto nella porzione
del vano scale alla scuola media Buonarroti di Carrara. La scuola è stata chiusa
per due giorni onde consentire ai tecnici comunali di effettuare il sopralluogo.
Per la cronaca nella scuola la scorsa estate vennero eseguite opere di
ristrutturazione da parte del Comune.
*****
Scuole sicure, denuncia Cisl Scuola e Filca-Cisl
“Priorità irrinunciabile, il Governo intervenga”
“Nelle scuole italiane ogni tre giorni si verifica un incidente che
mette a rischio la sicurezza di studenti e operatori, come distacchi di intonaco
o crolli. I dati forniti dallo stesso Miur sono sconfortanti: la metà dei circa
40 mila edifici scolastici attivi in Italia è stata costruita prima del 1970. È
per questi motivi che aderiamo con convinzione alle proposte lanciate da
CittadinanzAttiva e Save the Children, che attraverso un Manifesto in 9 punti
hanno chiesto ai parlamentari l’impegno per una legge che renda sicure le
scuole”. Lo dichiarano i segretari generali della Cisl Scuola, Maddalena Gissi,
e della Filca-Cisl, Franco Turri.
“Il governo – spiegano – deve fare della sicurezza degli edifici scolastici una
priorità irrinunciabile, la sicurezza degli studenti e di chi nelle scuole ci
lavora non può essere messa in discussione. Il gravissimo deficit della rete
scolastica italiana – aggiungono - è sotto gli occhi di tutti, nelle zone
colpite dai recenti terremoti la situazione è ancora più preoccupante. Di fronte
alla pessima manutenzione delle scuole, che nella metà dei casi hanno oltre
mezzo secolo di vita, è necessario che tutti i soggetti interessati, il governo,
le istituzioni centrali e territoriali, i sindacati, elaborino insieme un piano
straordinario per intervenire velocemente e in modo drastico per assicurare
edifici moderni e sicuri. Un diritto che va ben oltre mere logiche
economico-finanziarie e che non può aspettare i tempi della burocrazia”,
concludono Gissi e Turri.
Tra le richieste di CittadinanzAttiva e Save the Children ci sono una piena
informazione sulla condizione degli edifici, la partecipazione ai temi della
sicurezza scolastica, una definizione chiara delle responsabilità, un supporto
tecnico agli enti locali proprietari degli edifici, l'unificazione dei fondi
sulla sicurezza scolastica e la diffusione della cultura della prevenzione.
Roma, 2 aprile 2019 |
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CERIPNEWS
PRIMO PIANO XVIII-03/04/2019-06:00 |
L’economia italiana è ufficialmente in stallo. Il Pil pro-capite è allo stesso
livello del 2000. Lo ha affermato il segretario generale dell’Ocse a Roma per
presentare il report sul nostro Paese, gelando il ministro dell’Economia Tria
con la sua devastante analisi.
In pratica l’organizzazione parigina ha smontato i capisaldi del governo
gialloverde a partire dai fondamentali macroeconomici. Il Pil 2019 dovrebbe
arretrare dello 0,2% per salire solo dello 0,5% l’anno prossimo.
Il deficit/Pil quest’anno arriverebbe pertanto al 2,5% toccando la soglia del 3%
il prossimo e trascinando di conseguenza il rapporto debito/Pil al 134% nel 2019
e al 135% nel 2020.
Intanto i conti dello Stato sono in peggioramento nel primo trimestre del 2019.
Secondo il Mef il fabbisogno gennaio/marzo si è attestato a 28.569 miliardi,
+1,6 miliardi rispetto al primo trimestre del 2018. |
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CERIPNEWS PRIMO
PIANO XVIII-02/04/2019-06:00 |
Concorso secondaria, laurea + 24 CFU requisito di
accesso |
Un articolo
redazionale della testata OrizzonteScuola.it – La proposta leghista |
Riportiamo un interessante articolo pubblicato dalla testata online
OrizzonteScuola.it relativo al prossimo concorso della scuola secondaria (
www.orizzontescuola.it/concorso-secondaria-laurea-24-cfu-requisito-di-accesso/ )
“””
Una opportunità di accesso al mondo della scuola sarà rappresentata dal concorso
ordinario che il Miur vuole bandire entro l’estate.
Numero posti disponibili
Non è ancora noto il numero dei posti disponibili, né quali saranno le regioni e
le classi di concorso per cui sarà pubblicato il bando. Dovrà trattarsi di
regioni e classi di concorso con posti vuoti nel periodo di vigenza delle
graduatorie di merito regionali (due anni).
I requisiti di accesso
Per accedere ai posti comuni (le classi di concorso a cui dà accesso la propria
laurea) bisogna essere in possesso di uno dei seguenti titoli:
- abilitazione specifica sulla classe di concorso oppure
- laurea (magistrale o a ciclo unico, oppure diploma di II livello dell’alta
formazione artistica, musicale e coreutica, oppure titolo equipollente o
equiparato, coerente con le classi di concorso vigenti alla data di indizione
del concorso) e 24 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle
metodologie e tecnologie didattiche.
Come acquisire i 24 CFU
- Per i posti comuni, inoltre, possono partecipare al concorso, senza conseguire
i 24 CFU, coloro i quali sono in possesso di abilitazione per altra classe di
concorso o per altro grado di istruzione, fermo restando il possesso del titolo
di accesso alla classe di concorso ai sensi della normativa vigente
ITP (Insegnanti Tecnico Pratici, tabella B del DPR 19/2016 modificato dal
Decreto n. 259/2017)
- Diploma di accesso alla classe della scuola secondaria superiore
Posti di sostegno
Requisiti già indicati per i posti comuni oppure quelli per i posti di ITP più
il titolo di specializzazione su sostegno.
Docenti con tre annualità di servizio
I docenti con tre annualità di servizio (anche non continuativo, su posto comune
o di sostegno, nel corso degli otto anni scolastici precedenti, entro il termine
di presentazione delle istanze di partecipazione) potranno partecipare al
concorso con la sola laurea, senza quindi i 24 CFU per una delle classi per le
quali hanno un anno di servizio.
“””
A margine registriamo la posizione leghista del senatore Mario Pittoni,
presidente della Commissione Cultura secondo cui gli “sgambetti” nei concorsi
pubblici della scuola si potrebbero risolvere solo con i concorsi su base
regionale e con domicilio professionale di ispirazione europea. E’ una vecchia
tesi dell’esponente del Carroccio che ogni tanto ci prova in nome della tutela
del posto al Nord e per ridurre la mobilità interregionale con impraticabili
trasferimenti più o meno forzosi di insegnanti da una parte all’altra del Paese.
La motivazione è quasi incredibile: gli stipendi attuali non consentono più di
gestire trasferte di centinaia di chilometri rispetto a dove si hanno affetti e
interessi con conseguenze specie per la continuità didattica che si traducono in
più fallimenti scolastici.
Quanto alla tempistica ne ha parlato il ministro Marco Bussetti secondo cui il
bando arriverà a luglio e dopo l’estate inizieranno le prove, in modo da mandare
in cattedra i primi docenti a settembre 2020. In tutto, nel triennio, dovrebbero
arrivare 50 mila nuovi prof, sperando che bastino a colmare i buchi creati dal
combinato disposto del pensionamento in massa dei baby boomers e del Quota 100.
Mentre per l’anno prossimo già si prevede un record di supplenti per mancanza di
candidati, essendo esaurite sia le graduatorie del concorso 2016 che, almeno per
le classi di concorso più richieste (matematica ma – stando all’ultimo rapporto
Excelsior, anche lettere e arte), quelle a esaurimento. Ma tant’è. Per i prof di
nuova generazione promessi dalla Buona Scuola ormai 4 anni fa bisognerà
aspettare fino al 2020. E in realtà anche molto dopo, visto che proprio nel
Quota 100 è stato inserito per volontà del citato senatore leghista Mario
Pittoni un emendamento che spiana la strada ai precari di lungo corso esclusi
dalle Gae, quelli con più di 36 mesi di servizio negli ultimi otto anni.
(n.b.) |
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PRIMO PIANO XVIII-01/04/2019-06:00 |
Scuola,
proclamato lo stato di agitazione |
La piattaforma
unitaria di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda
Unams |
I sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua,
Snals Confsal e Gilda Unams hanno proclamato lo stato di agitazione del comparto
Istruzione e Ricerca ed ha richiesto un tentativo di conciliazione ai sensi
dell’art. 4 dell’allegato al CCNL/1998-2001 sottoscritto il 29 maggio 1999 in
attuazione della legge 146/90.
Se il tentativo di conciliazione fallirà, come è certo, i sindacati procederanno
ad indire lo sciopero per una giornata del prossimo mese di maggio.
Regionalizzazione: salvaguardia del carattere unitario e nazionale del
sistema scolastico, come risorsa posta a garanzia del pieno esercizio dei
diritti di cittadinanza indicati nella Costituzione.
Emergenza salariale: trattamenti economici inadeguati a
riconoscere l’importanza e il valore del lavoro nei settori della conoscenza
determinano una situazione che vede il nostro Paese in pesante svantaggio
rispetto alla media delle retribuzioni europee
Emergenza precariato. Il ricorso ai contratti di lavoro a tempo
determinato non si è affatto ridotto negli ultimi anni, nonostante ripetuti
interventi legislativi in materia di reclutamento.
Emergenza personale
ATA, costretto a carichi di lavoro crescenti e sempre più gravosi, con
organici inadeguati e ricorso abnorme. |
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il Tribunale di Palermo
il 26/10/2001 al n° 23/2001 |
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